La VI Sezione penale della Corte di Cassazione ha rimesso alla decisione delle Sezioni Unite la questione sollevata con riguardo all’utilizzabilità, nel corso delle indagini penali, dei c.d. captatori informatatici, software molto simili a virus o trojan che verrebbero inoculati sui computer degli indagati per permettere intercettazioni ambientali a 360 gradi. Fino ad ora, dopo la nota sentenza 27100/2015 emessa il 26 maggio scorso, il parere dei Giudici di legittimità era stato negativo, sulla base del presupposto che fossero superati i limiti fissati dal decreto autorizzativo del GIP. Molti processi sono stati così congelati, in attesa di una decisione meno restrittiva che cambi l’orientamento fino ad ora dominante.

Marco Tullio Giordano
Esperto nel settore del diritto penale delle nuove tecnologie.
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