Lorenzo Attolico
Nello scorso mese di maggio, si è tenuto a Washington il consueto raduno annuale organizzato dall’INTA (International Trademark Association).
Si tratta, per chi non lo sapesse, di un evento che da sempre raccoglie la partecipazione di operatori della proprietà industriale provenienti da tutto il mondo. Come è tradizione, anche l’edizione di quest’anno ha avuto un grande successo in termini di presenze e dà sempre modo di ritrovare vecchi e nuovi amici con cui relazionarsi, dando vita, in molti casi, ad un interessante e proficuo scambio culturale.
In questo contesto, ci ha davvero sorpreso un’assoluta novità rappresentata dall’organizzazione, all’interno della hall che ospitava l’evento, di un vero e proprio sistema di “speed date”.
Vi spieghiamo di cosa si trattava.
All’interno di un recinto, erano posizionati dei tavolini “alti” ai cui lati era possibile, in piedi, avere una conversazione con un collega proveniente da un qualsiasi altro paese del mondo. All’interno di un recinto, erano posizionati dei tavolini “alti” ai cui lati era possibile, in piedi, avere una conversazione con un collega proveniente da un qualsiasi altro paese del mondo. La sorpresa era che la conversazione doveva durare solo tre minuti, perché, ad un cenno del “moderatore”, si doveva necessariamente abbandonare il collega con cui si stava parlando per passare al collega e, quindi, al tavolino successivo.
Insomma, secondo gli organizzatori, in tre minuti si doveva instaurare un rapporto professionale.
Siamo ormai da anni abituati alla velocità del nostro lavoro, ma la nostra impressione è che stare al passo con i tempi qualche volta non sia propriamente un valore.
(L.A.)
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